Aci Trezza. Poesia di Gino Ragusa Di Romano

I faraglioni di Aci Trezza – foto di Giovanni Grasso

 

Aci Trezza

In estate piena di vita e di gaiezza,
in inverno in te ritrovo l’amarezza
di chi, solingo, a forza sopravvive,
vagando, in silenzio, tra le tue rive.

Scorgo solo gabbiani nell’aer fosco
e nel lungomare solo quel chiosco,
dove allora s’affollavano i bagnanti,
che chiedevano gelati e dissetanti.

I faraglioni, silenti, mirano i battelli,
il mare azzurro e le spumose onde,
mentre pur io traggo pensieri belli
dalla vista che nell’animo s’effonde.

Ionica perla, a lenti passi avanzo,
ma le mie radici sono al mio paese
dov’io vorrei finire il mio romanzo,
che il Fato volle pieno di sorprese.

Se non cremato, anelerei un giorno
ad essere nel mio campo* seppellito
e nel silenzio del mio amato sito
dormire con tutta la natura intorno.

Gino Ragusa Di Romano

*Il mio campo in contrada Portella di Matteo, agro di Pietraperzia
Dal mio libro – LACRIME E SORRISI – Pellegrini Editore Cosenza 2014